giovedì 22 aprile 2010

Sul linguaggio.

Sul linguaggio.
Il linguaggio è una prerogativa dell'uomo, senza il quale non sarebbe tale. Non esiste infatti in nessun altro essere vivente un linguaggio simile per complessità e livello di elaborazione.
La capacità di linguaggio si è sviluppata nell'uomo a seguito di mutamenti strutturali della cavità orale. In particolare l'arretramento dell'ugola ha reso l'essere umano capace di esprimere una gamma sonora variegata, capace di garantire una non generica nomazione del mondo.
Tra i tanti aspetti che caratterizzano il linguaggio in questo post prenderemo in considerazione timbro, volume, e cadenza.

Timbro.
Il timbro è il risultato del modo con cui la voce viene elaborata nelle cavità addominali e facciali. Per avere un'idea di quanto complesse siano le operazioni che permettono l'elaborazione del linguaggio, basti considerare che durante la fonazione entrano in ballo la bellezza di più di 100 muscoli. Per meglio comprendere la complessità del timbro immaginiamo i due suoi estremi riportati su una retta. Da una parte avremo un'espressività monotona e piatta, vuota. Dall'altra invece una varietà immensa di alti e bassi, di risonanze e di modulazioni. Im mezzo ogni possibile combinazione tra questi ed altri fattori.
Il soggetto parlante deve essere in grado di combinare al massimo più elementi grazie a diversesollecitazioni interiori.
Per tutti quelli che volessero fare dell'arte della seduzione il proprio mestiere (politici,intrattenitori, cantanti, ecc.) padroneggiare il timbro vocale ed arrichhirlo di mille sfumature è il primo passo da compiere.

Volume.
A seconda della quantità di aria che emettiamo dai polmoni il volume può essere alto, basso, o medio. Tendenzialmente siamo avari e infatti propendiamo a risparmiare il fiato come se costasse moltissimo e quindi, risparmiandolo, spendessimo meno. In realtà per esprimerci bene abbiamo bisogno di tutta l’aria che immettiamo nei polmoni, e che non deve essere incamerata a seguito di inspirazioni rumorose o faticose. L’emissione deve essere adattata ad ogni esigenza espressiva al fine di renderla il più comunicativa possibile. Un linguaggio parlato con un volume troppo alto può essere fastidioso per chi ascolta allo stesso modo di uno parlato con volume basso, per questo vi invitiamo a non rimanere imprigionati nella gabbia di un volume costante. A proposito di pigrizia, la maggior parte di noi sicuramente si risparmia anche sul movimento delle labbra, limitando questo sforzo al minimo e tenendo la bocca quasi ferma. Anche questa è una brutta abitudine da perdere assolutamente. Perciò abituatevi a muovere molto le labbra - forzandole anche più del normale - per ritrovarle poi allenate a muoversi in modo soddisfacente. Potrete provare ad esempio a capire quello che dicono le annunciatrici TV RAI, che hanno sicuramente frequentato un corso di dizione, togliendo del tutto l'audio al televisore. Vi assicuriamo che dal solo movimento delle loro labbra sarà chiaro molto di quello che annunciano.

Cadenza.
La nostra abilità nell’emettere aria dai polmoni influisce anche sulla cadenza, che è il risultato di nostre sollecitazioni delle corde vocali.
La cadenza dunque non dipende soltanto dalla frequenza dei movimenti di articolazione dei fonemi, ma anche dalle pause che prendiamo tra una parola e l’altra, tra frase e frase, e tutti gli effetti con i quali riusciamo ad arricchire un discorso indistinto. Ognuno di noi parla ad una velocità personale che tende a rimanere sempre la stessa e che è influenzabile dal ritmo respiratorio che a sua volta dipende dalla propria volontà e da fattori emotivi. Particolari stati emotivi possono accelerare o rallentare il nostro parlare. Un comunicatore particolarmente abile è in grado di modulare la voce in maniera tale da variare anche la sua naturale cadenza.

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