Introduzione al corso di dizione.

Introduzione.

Prima di iniziare con il nostro corso e con le varie regole, è doverosa una piccola precisazione. Nella lingua italiana le vocali si dinguono in vocali alfabetiche:  a, e, i, o, u; e vocali fonetiche: a, è (aperta), é (chiusa), i, ò (aperta), ó (chiusa), u.

Le vocali fonetiche sono sette e annoverano due tipi di "e" e due tipi di "o", ed è proprio a queste due vocali che bisogna stare molto attenti per le distinzioni fonetiche di pronuncia.

Un'altra distinzione necessaria per pronunciare correttamente le parole italiane è quella tra accento tonico e accento fonico.

Per accento tonico intendiamo la forza che viene data ad una sillaba in particolare rispetto alle altre che compongono la stessa parola (Es.: tàvolo, perché, pastièra). Invece, per accento fonico intendiamo la differenza tra suoni aperti e chiusi per le vocali e ed o.

Per indicare quali vocali vanno pronunciate aperte e quali chiuse si ricorre all'utilizzo di due tipi di accento fonico, quello grave, come nel seguente esempio: "ò", "è" per indicare le vocali da pronunciare aperte ( pòdio, sèdia); o quello acuto: "ó" "é" per indicare le vocali da pronunciare chiuse (Es.: córsa, perché)



La regola principale

Quando su una sillaba contente una "e" o una "o" non cade l'accento tonico, la "e" o la "o" si pronunciano sempre chiuse.

Esempio: càvolo, dìsco, lìbro, tàvolo, volànte, pensièro,catenèlla…

Dunque, la nostra attenzione deve essere rivolta a tutte quelle parole che contengono una sillaba con "e" o con "o" sulla quale cade l'accento tonico, poiché in questo caso dobbiamo sapere se la vocale in questione va pronunciata aperta o chiusa.

Iniziamo.