mercoledì 21 aprile 2010

Come una cornamusa.

Come una cornamusa.

Per meglio comprendere il funzionamento dei nostri organi di fonazione possiamo azzardare il paragone con una cornamusa. Riguardo alla fonazione, infatti, il nostro corpo ha una struttura molto particolare composta da:
1) Una riserva d’aria che viene incamerata nei polmoni
2) Una cassa di risonanza posta nelle cavità addominali e in quelle facciali
3) Lo strumento vero e proprio che modula, e che è composto dalle corde vocali, dall’ugola, dal palato, dai denti, e dalla lingua

Punto 1. Da quanta aria immettiamo nei polmoni, e da quanta ne cacciamo quando parliamo dipende il volume della nostra voce. Respirando in modo corretto, potrete esercitarvi a variare opportunamente il volume della voce, per sfruttare al massimo le vostre capacità espressive. A tal proposito vi rimandiamo ai post sulla respirazione.

Punto 2. La maggior parte di noi, quando parla, fa risuonare la voce solo nella cavità facciale (gola, naso, bocca), rendendola così monotona e priva di emozioni. Per far risuonare la voce anche nelle cavità addominali bisogna mettere in funzione il diaframma, quel muscolo a forma di cupola che possiamo considerare il nostro baricentro e che separa la cavità addominale da quella toracica. Utilizzando con sapienza il diaframma è possibile conferire alla voce un timbro più autorevole, e profondo. Anche in questo caso, per arricchire la vostra voce di nuove capacità vocali dovrete esercitarvi con la respirazione.

Punto 3. Le corde vocali rappresentano la principale struttura per modulare la voce. Tutte le volte che le sollecitiamo con la nostra riserva d’aria entrano in vibrazione e variando continuamente di intensità consentono la migliore espressività del nostro linguaggio. Possiamo capire meglio il meccanismo vibratorio delle corde vocali paragonandolo a quello delle corde di una chitarra. Se le corde sono tese, il suono che la chitarra produce è alto e vibrante. Al contrario, se sono lente, il suono è cupo e profondo. Facendo vibrare al massimo le corde vocali, ad esempio parlando a lungo ad alta voce oppure gridando, potreste ritrovarvi senza voce, soprattutto se i vostri organi di fonazione non sono adeguatamente allenati. Il suono che le corde vocali dovrebbero trasmettere è un suono equilibrato, frutto di vibrazioni medie, e per tanto né troppo grave né troppo acuto. Da evitare che le vostre emissioni finiscano con l’appiattire la voce, rendendola monotona. La cadenza, cioè la velocità alla quale parlate, e il timbro, devono essere variati a discrezione. Solo con l’esercizio costante, imparerete a gestire al meglio le capacità vocali che andrete ad allenare.
Un vecchio proverbio dice: “È la varietà che diletta.” Fatene tesoro.
Al prossimo post.

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