La S sonora o dolce
La “s” sonora o dolce italiana, che noi indicheremo come “s” è quella il cui suono può essere riscontrato nella parola “ asilo” e che sui dizionari foneteci è segnalata come “s” lunga.
Riportiamo di seguito i casi in cui la lettera “s” si pronuncia con suono dolce:
1) Quando si trova tra due vocali:
bisogno, caso, chiesa, rosa, uso, frase, misura, musica, viso, difeso, poesia, paese...
eccezioni: casa, naso, mese, così, desiderio, sorriso, peso, cinese, goloso, frettoloso...
Attenzione: sono davvero molti i casi segnalati dai dizionari fonetici che indicano una pronuncia dura per la “s” compresa tra due vocali, ma questo tipo di pronuncia è in realtà ormai caduta in disuso. Per questo motivo è consigliato pronunciare con suono aspro soltanto quelle parole come preside, disegno, ecc. che sono dei vocaboli composti (vedere regola per “s” dura o aspra).
Quindi non è assolutamente sbagliato ritenere valida la regola appena citata, in quanto la pronuncia dolce, risulta essere più musicale e naturalmente più orecchiabile; infatti, attori, doppiatori, speaker, ecc. utilizzano questo accorgimento.
2) Quando la “s” è seguita da una consonante sonora:
“b”: sbaglio, sbadiglio, sbattere, sbarco...
“d”: sdentato, sdebitarsi, sdegno, sdoppiamento...
“g”: sgabello, sgargiante, sguaiato, sguainare, sgarbo, sgridare, sgomitare, disguido...
“l”: sleale, dislivello, slancio, dislocare, slabbrare, slegare, slitta...
“m”: smuovere, asma, cosmetico, cosmo, prisma, smania...
“n”: sniffare, snidare, snaturare, masnadiero...
“r”: srotolare, sragionare, sradicare, sregolato...
“v”: svelto, svolazzare, sventare, svogliatamente...
3) Quando la parola appartiene al radicale del vocabolo contenente “s”:
paese: paesaggio – paesino – paesaggistico
musica: musicale – musicante – musichiere
improvviso: improvvisazione – improvvisato – improvvisare
chiesa: chiesetta – chiesina
4) Quando è seguita da vocale e si trova in posizione finale nei prefissi seguenti:
“bis”: bisavolo, bisunto, bisonte...
“cis”: cisalpino
“dis”: disabile, disadattato, disordinato...
“tras”: trasandato
“tris”: trisavolo
“es”: esonero, esimere, esodo...
“trans”: transatlantico, transoceanico, transalpino...
La S aspra o sorda o dura
La “s” aspra o sorda italiana, che noi indicheremo come “s” è quella il cui suono può essere riscontrato nella parola “ sasso” e che sui dizionari foneteci è segnalata come “s”.
Riportiamo di seguito i casi in cui la lettera “s” si pronuncia con suono aspro:
1) Quando si trova ad inizio di parola ed è seguita da una vocale:
sole, senza, sale, salve, signore, salute, sera, saltare, sabato, sentire, saggio, seggio...
2) Quando è doppia all’interno di un vocabolo:
assassino, asso, sasso, sesso, tosse, assunto, rosso, rissa, fossa, scossa, osso...
3) Quando è seguita da una consonante sorda:
“c”: scala, scacco, scopa, sconfitta, scalo, scuola...
“f”: sfera, sfottere, sfatare, asfissia, asfalto...
“p”: aspetto, spada, spiedo, spola, specchio...
“q”: squalo, squadro, squadra, Pasqua...
“t”: storia, stare, stanare, stanco, stecca...
4) Quando è preceduta da un’altra consonante:
ansia, orso, intenso, arso, consegna, console, psicosi, abside, elsa, immenso...
5) Quando fa parte dei prefissi “tras” e “dis” e non è seguita da vocale:
disdetta, discarica, disfare, trasporto, trasferta...
6) Quando si trova in finale di parola:
bis, tris, plus, lapis, status, gratis, lapsus...
7) Nelle parole composte :
risorgere, risaputo, dicesi, girasole...
Avremmo, a questo punto, dovuto inserire altre regole: gli aggettivi terminanti in “osia” (bramosia, gelosia...), i vocaboli che indicano origine etnica in “ese” (barese, cinese, giapponese...), le desinenze verbali del passato remoto e del participio passato in “eso”, “ese”, “esero”, “oso” ( steso, roso, sorpreso, preso, prese, stese, risposero, attese...), ma ci esentiamo dal farlo, considerando, come già detto nelle pagine precedenti, che questo tipo di pronuncia è ormai obsoleta.
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